🔥 Liberiamoli tutti! - Numero #2
I dati sugli studenti che hanno scelto di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica
Liberiamoli tutti è un'iniziativa della campagna #DatiBeneComune per individuare, ottenere, riformattare, pulire, documentare, pubblicare e diffondere dati di interesse pubblico.
Tanti di questi dati sono inaccessibili alle persone e alle comunità che ne hanno più bisogno: non sono mai stati resi pubblici, sono pubblicati in formati di difficile utilizzo, o senza la documentazione necessaria per interpretarli correttamente.
Vogliamo pubblicare quei dati utili alle tante organizzazioni che hanno aderito alla campagna e che vorranno segnalarci un vuoto informativo che, se colmato, renderebbe le loro azioni più utili, efficaci e interessanti.
I dati saranno "liberati" tramite questa newsletter (le altre qui).
Liberiamoli tutti è aperta ad ogni contributo, se vuoi segnalarci o proporci dei dati da liberare, scrivici a 📧 info@datibenecomune.it.
Liberiamoli tutti! è ispirata al Data Liberation Project, un meraviglioso progetto di Jeremy Singer-Vine (👏).
🧮 I dati sugli studenti che hanno scelto di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (IRC)
Nel 2022 la campagna #DatiBeneComune aveva collaborato con l'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) per fare diventare questi dati un bene comune.
I dati liberati in questo numero sono di nuovo quelli sull'IRC, nell'aggiornamento 2022/2023.
Questo numero di newsletter però è un po' speciale, perché è ancora una volta diverso il flusso.
Nel numero 0, ci siamo concentrati sui dati su sbarchi, nazionalità e accoglienza delle persone migranti. È stata una nostra idea, che abbiamo prima immaginato e poi realizzato.
Nel numero 1, ci è arrivata una richiesta di “liberazione” dei dati sugli edifici segnalati con presenza di amianto, dal 2012 al 2022, nella Città Metropolitana di Milano, dal giornalista Luca Rinaldi di Dossier-MilanoToday. Ci siamo occupati di fare uscire i dati dalla miniera e pulirli un po', ma l'idea è stata di Luca, così come la valorizzazione delle informazioni estratte.
Qui, nel numero 2, sia l'idea, che il "far uscire i dati", ristrutturarli, arricchirli, e presentarli è stato tutto a carico dell’UAAR.
Lo sottolineiamo perché l'obiettivo di questa iniziativa è principalmente culturale. Vogliamo rendere pubblico un dato che prima non lo era, ma soprattutto vogliamo sottolineare i problemi che lo rendevano inaccessibile o inusabile e sottolineare soprattutto qual è il suo valore.
Alcune note
Il Ministero dell'Istruzione e del Merito (MIM), pubblica diversi dati aperti. Ma ancora una volta è stata necessaria una richiesta per fare in modo di averne notizia.
Le Pubbliche Amministrazioni dovrebbero pubblicare i loro dati come dati aperti (la norma di riferimento), e il MIM dovrebbe quindi rendere disponibili e aggiornare ogni anno anche i dati IRC nella sua piattaforma dati.
L’UAAR ha ottenuto questi dati grazie a una richiesta FOIA (Freedom of Information Act), ovvero un'istanza di accesso civico generalizzato che consente a chiunque di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni. Quindi puoi farlo anche tu, nelle modalità che abbiamo sintetizzato qui.
Trovi il testo della richiesta FOIA fatta dall’UAAR al MIM qui. Vogliamo evidenziare come purtroppo non siano stati ottenuti tutti i dati richiesti e di come sarebbe molto interessante avere le informazioni su quali alternative all'ora di religione offra la singola scuola. Il MIM dovrebbe raccoglierli e pubblicarli.
📥 Come accedere a questi dati
Come sottolineato in precedenza i dati sono stati liberati dall’UAAR, e sono disponibili in questo spazio web e sono pubblicati con una licenza che ne consente qualsiasi utilizzo anche a scopo commerciale, con l'unica accortezza di citare la fonte.
Sono disponibili qui. Nella cartella "mim
" quelli del Ministero dell'Istruzione e del Merito e in particolare questo file XLSX, che il MIM ha accompagnato con questa nota:
Si inviano in allegato alla presente i dati richiesti al punto 1. e si precisa che:
i dati sono estratti dalla fonte “Rilevazioni sulle scuole” e si riferiscono agli anni scolastici 2021/22, 2022/23.
i dati sono riportati così come comunicati dalle scuole.
i dati sulla frequenza dell’insegnamento della religione cattolica relativi alle scuole della regione Trentino Alto Adige non sono presenti in quanto non comunicati.
Laddove il numero di alunni (frequentanti totali o frequentanti l’ora di religione cattolica) è pari o minore di 3, per la tutela della privacy, tale valore è riportato pari a “<=3”.
Come richiesto, è stato aggiunto il campo “Alunni frequentanti totali” e si precisa che sono esclusi dai conteggi i dati relativi ai serali.
I dati delle directory "tn
" e "bz
", relativi agli anni scolastici dal 2018/19 al 2022/23, provengono dalle Amministrazioni provinciali di Trento e di Bolzano.
L’UAAR inoltre ha realizzato delle rappresentazioni grafiche dei risultati:
🗣️ Il valore di questi dati
Per questa campagna è primario fare venire in superficie non tanto una nuova tabella, quanto il valore che i dati liberati hanno per chi ne aveva bisogno.
Abbiamo chiesto all’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti di raccontarcelo.
I genitori che in questi giorni sono alle prese con le iscrizioni scolastiche si trovano di fronte a un bivio educativo: sì o no all’insegnamento della religione cattolica (Irc)? La prima strada significa far subire al proprio figlio o alla propria figlia un insegnamento che per legge è “impartito in conformità della dottrina della Chiesa” da docenti scelti a insindacabile giudizio del vescovo. La seconda strada, che per l’Uaar è la migliore scelta educativa, sempre per legge “non deve dare luogo ad alcuna forma di discriminazione”. Ma le testimonianze e le richieste di aiuto che riceviamo ci dicono che non è così, e la questione è molto delicata perché in ballo ci sono i diritti all’istruzione e alla libertà religiosa dei minori, a partire dai tre anni di età e all’interno della scuola pubblica.
Il valore dei dati che abbiamo liberato consiste nella conoscenza della diffusione e della crescita del fenomeno dei “no” all’Irc a livello nazionale, regionale, provinciale fino al dettaglio del singolo istituto per gli ultimi 5 anni scolastici. Nel supporto ai genitori che temono che i propri figli siano gli unici “non avvalentisi”. Nel mettere di fronte ai propri doveri il mondo della scuola: i doveri costituzionali di essere aperta a tutti (art.34 Cost.) e di esserlo per tutti allo stesso modo (art.3 Cost.), dunque di organizzarsi per garantire fin dal primo giorno di lezione l’attività didattica alternativa all’Irc con programma, aula, insegnante e libro di testo, in particolare nella fascia d’età più critica dei 3-11 anni.
Fino al 2022 le informazioni che abbiamo liberato erano paradossalmente diffuse solo dalla Conferenza episcopale italiana, con generiche percentuali per macroaree. Ora sono stati resi disponibili dati dettagliati, di fonte istituzionale (ministeriale e delle province autonome di Trento e Bolzano) e non di parte, ma soprattutto sono a disposizione in formato aperto e interoperabile. Si aggiunge quindi il fondamentale valore della condivisione e della possibilità di metterli in relazione con dati che sono già bene comune.
È ora possibile indagare sull’effettiva libertà di scelta in Italia sul tema così rilevante dell’educazione religiosa o laica nella scuola pubblica. Il colpo d’occhio sulla mappa per regioni delinea un paese diviso, con un Nord che arriva e spesso supera quota 25% di scelte non confessionali e un Sud fermo al 4%. Si apre la possibilità di ulteriori ricerche ad esempio sulle differenze tra il comune capoluogo e gli altri della provincia. E su correlazioni con altri fenomeni, come le scelte nell’8x1000 delle dichiarazioni dei redditi (messe a disposizione per regione dal Dipartimento delle finanze) o l’adozione di libri di testo per l’ora alternativa, e con indicatori di benessere sociale e di qualità dei servizi a livello territoriale. È stato raggiunto un importante risultato e lo dimostra anche l’elevato numero di articoli apparsi sulla stampa in cui sono state attinte informazioni dai dati liberati. Ma l’impegno non termina qui.
Chi siamo
"Liberiamoli tutti" di datiBeneComune è promossa da ActionAid Italia, OnData e Transparency International Italia.
#DatiBeneComune è una campagna lanciata il 9 novembre 2020 per chiedere al Governo italiano di pubblicare in formato aperto e accessibile i dati sulla gestione della pandemia di COVID-19. La campagna è stata accolta sin dall’inizio con entusiasmo da parte di esperti, organizzazioni, testate giornalistiche, che hanno aderito immediatamente all’iniziativa. Oggi la campagna è impegnata della richiesta di dati aperti sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e su tutte le politiche e questioni di pubblico interesse.
Con “Liberiamoli tutti” vogliamo fare un altro passo per costruire una comunità di persone, organizzazioni e altre realtà attorno ai dati liberati ed al loro utilizzo e per contribuire a promuovere la cultura dei dati aperti.