Liberiamoli tutti è un'iniziativa della campagna #DatiBeneComune per individuare, ottenere, riformattare, pulire, documentare, pubblicare e diffondere dati di interesse pubblico.
Tanti di questi dati sono inaccessibili alle persone e alle comunità che ne hanno più bisogno: non sono mai stati resi pubblici, sono pubblicati in formati di difficile utilizzo, o senza la documentazione necessaria per interpretarli correttamente.
Vogliamo pubblicare quei dati utili alle tante organizzazioni che hanno aderito alla campagna e che vorranno segnalarci un vuoto informativo che, se colmato, renderebbe le loro azioni più utili, efficaci e interessanti.
Liberiamoli tutti è aperta ad ogni contributo, se vuoi segnalarci o proporci dei dati da liberare, scrivici a 📧 info@datibenecomune.it.
Liberiamoli tutti! è ispirata al Data Liberation Project, un meraviglioso progetto di Jeremy Singer-Vine (👏).
🧮 I dati sugli istituti penitenziari
Il Ministero della Giustizia ha una sezione “Schede trasparenza istituti penitenziari”, in cui pubblica diversi dati sui 190 istituti penitenziari italiani.
Contengono informazioni sulla struttura, la capienza, le caratteristiche delle stanze di detenzione e degli spazi comuni, indicazioni sulle attività lavorative, scolastiche, culturali, sportive, i servizi, le regole per le visite, le comunicazioni e l'invio di pacchi e denaro ai detenuti.
A inizio ottobre del 2024 Riccardo Saporiti (vedi sotto) ci ha proposto di liberare alcuni di questi dati, da usare per scrivere un articolo a tema.
Li abbiamo estratti dalle relative pagine web, e resi disponibili qui.
Si tratta dei dati su:
Sul sito usato come fonte, la data di aggiornamento dei dati è al 12 settembre 2024.
📝 Alcune note sui dati sorgente
Il Ministero della Giustizia pubblica queste informazioni in quasi 200 pagine web. Per cui è impossibile avere un file di insieme ad esempio sulle “Stanze di detenzione” e bisogna aprirle una ad una, o (se si sa come fare) scrivere un’applicazione che lo faccia in automatico per noi.
E non sembra disponibile una serie storica di alcuni di questi dati. Nemmeno della pagina delle Statistiche del Ministero della Giustizia.
Il Ministero dovrebbe pubblicare questi dati anche in modalità leggibile meccanicamente, ovvero un formato di file strutturato in modo tale che le applicazioni software possano agevolmente identificarlo, riconoscerlo ed estrarne dati specifici (come un CSV leggibile con un foglio elettronico).
Questo è previsto dall’articolo 6 del Decreto Legislativo 36 del 24 gennaio 2006, ed è il requisito 2 delle Linee Guida italiane sui dati aperti.
🗣️ Il valore di questi dati
L’obiettivo di questa newsletter è fare venire in superficie non tanto una nuova tabella, quanto il valore che hanno i dati liberati.
Stavolta a raccontarcelo è Riccardo Saporiti, Freelance data journalist, collaboratore per Il Sole 24 Ore, Wired Italia e VareseNews e producer per Wired Next Fest e Festival Glocal.
I dati per comprendere il sovraffollamento nelle carceri
Il mio interesse professionale rispetto al tema del sovraffollamento nelle carceri italiane nasce la scorsa estate, dopo l’ennesimo caso di un detenuto che si è tolto la vita. Seguendo quello che ormai è diventato un metodo, ho inviato una richiesta Foia al ministero della Giustizia, chiedendo di avere i dati disaggregati (ovvero suddivisi per ciascun istituto di pena) relativi al numero di detenuti presenti e alla capienza effettiva di ciascuna struttura. Ma anche il numero di agenti di polizia penitenziaria effettivamente presenti e quelli previsti in organico.
La prima mappatura
L’idea alla base di questa richiesta era quella di andare oltre il già impressionante dato per cui un sistema progettato per accogliere poco più di 51mila persone ne ospiti invece oltre 61mila. L’analisi del dato disaggregato, che ho raccontato in un pezzo uscito per Wired, ha consentito di scoprire che i detenuti che vivono in condizioni di sovraffollamento sono in realtà più di 13mila. Questo perché in 55 dei 187 istituti di pena italiani il numero di detenuti presenti a fine luglio, ovvero la data in cui è arrivata la risposta del ministero, era inferiore ai posti totali disponibili. Inserendo questi posti nel computo totale, si andava così ad abbassare il tasso di sovraffollamento.
I dati disponibili ma non scaricabili
Un altro elemento che incide sul sovraffollamento delle carceri italiane è legato al numero di celle non disponibili. Un’informazione, quest’ultima, che il ministero della Giustizia rende in realtà disponibile sul proprio sito. Invece di farlo attraverso un dataset scaricabile, però, lo fa attraverso una dashboard interattiva che richiede di consultare le pagine web dedicate a ciascuno dei 187 istituti di pena italiani. Ed è qui che l’aiuto di “Liberiamoli tutti!” si è rivelato fondamentale.
Estraendo i dati, infatti, ha permesso non solo di mappare la problematica relativa alle celle non agibili a livello di singolo carcere. Ma ha anche permesso di dimostrare che l’8,9% delle celle non è disponibile. Una quota superiore a quella che lo stesso ministero considera fisiologica, pari al 5% del totale. Grazie a queste informazioni, è stato possibile offrire un quadro completo delle ragioni alla base del sovraffollamento nelle carceri italiane. Una condizione alla base dei troppi suicidi e atti di autolesionismo compiuti dalle persone detenute.
🤝 Gli “incontri” dovuti a questa newsletter
A ottobre del 2024, poco dopo che Riccardo ci aveva proposto di liberare questi dati, ci ha scritto Marco Dalla Stella. È un giornalista italiano che si occupa di diritti digitali, questioni ambientali e migrazioni, a partire dai dati.
Nell’email ci raccontava di un progetto di scraping e analisi dei dati del Ministero della Giustizia riguardanti il sovraffollamento carcerario e ci contattava proprio perché aveva letto l’articolo di Riccardo.
Probabilmente se avessimo incontrato Marco prima, non avremmo lavorato anche noi in autonomia su questi dati. In ogni caso non c’è una sovrapposizione totale e alcuni dei dati pubblicati in questo numero non sono presenti anche nel lavoro di Marco.
Si è detto disponibile a “fare cose” insieme e speriamo di trovare presto un’occasione per farlo.
Il valore più grande - per noi - di tutto questo è l’opportunità che ci sta dando questa newsletter, questo progetto, di incontrare persone e le lore idee.
Chi siamo
"Liberiamoli tutti" di datiBeneComune è promossa da ActionAid Italia, OnData e Transparency International Italia.
#DatiBeneComune è una campagna lanciata il 9 novembre 2020 per chiedere al Governo italiano di pubblicare in formato aperto e accessibile i dati sulla gestione della pandemia di COVID-19. La campagna è stata accolta sin dall’inizio con entusiasmo da parte di esperti, organizzazioni, testate giornalistiche, che hanno aderito immediatamente all’iniziativa. Oggi la campagna è impegnata della richiesta di dati aperti sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e su tutte le politiche e questioni di pubblico interesse.
Con “Liberiamoli tutti” vogliamo fare un altro passo per costruire una comunità di persone, organizzazioni e altre realtà attorno ai dati liberati ed al loro utilizzo e per contribuire a promuovere la cultura dei dati aperti.