🔥 Liberiamoli tutti! - Numero #10
La serie storica dei dati su Omicidi volontari e violenza di genere
Liberiamoli tutti è un'iniziativa della campagna #DatiBeneComune per individuare, ottenere, riformattare, pulire, documentare, pubblicare e diffondere dati di interesse pubblico.
Tanti di questi dati sono inaccessibili alle persone e alle comunità che ne hanno più bisogno: non sono mai stati resi pubblici, sono pubblicati in formati di difficile utilizzo, o senza la documentazione necessaria per interpretarli correttamente.
Vogliamo pubblicare quei dati utili alle tante organizzazioni che hanno aderito alla campagna e che vorranno segnalarci un vuoto informativo che, se colmato, renderebbe le loro azioni più utili, efficaci e interessanti.
Liberiamoli tutti è aperta ad ogni contributo, se vuoi segnalarci o proporci dei dati da liberare, scrivici a 📧 info@datibenecomune.it.
Liberiamoli tutti! è ispirata al Data Liberation Project, un meraviglioso progetto di Jeremy Singer-Vine (👏).
🧮 I dati su Omicidi volontari e violenza di genere
Il Servizio Analisi Criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza pubblica da anni dati sugli omicidi volontari, con un focus sugli episodi riconducibili alla violenza di genere, come le liti familiari o affettive, e alle vittime di genere femminile. I report settimanali confrontano i dati del periodo corrente con quelli degli anni precedenti, analizzando dinamiche come le relazioni tra autore e vittima.
A ciò si aggiungono approfondimenti semestrali e pubblicazioni dedicate a giornate simboliche come l’8 marzo e il 25 novembre.
Questa pubblicazione è in corso almeno dal 2021 (si può verificare su Internet Archive), con report pubblicati in formato PDF.
Dalla fine dell’estate del 2023 - successivamente a una segnalazione dell’Associazione onData - i report settimanali sono pubblicati anche in formato CSV.
Abbiamo estratto i dati da questi report, li abbiamo ristrutturati e messi insieme e resi disponibili qui.
Su questi dati:
I valori riportati si riferiscono sempre al periodo dal 1° gennaio alla data di pubblicazione del report. Ad esempio, il report del 28 maggio 2023 copre il periodo dal 1° gennaio al 28 maggio 2023.
I conteggi si azzerano a inizio anno. Quindi, un report di inizio anno potrebbe non includere eventi di fine anno precedente.
Per analizzare le variazioni nel tempo, i dati devono essere letti per differenza a partire dalla data iniziale di interesse (e tenendo sempre conto dell’azzeramento di inizio anno).
📝 Alcune note sui dati sorgente
Di seguito puoi vedere uno screenshot del report settimanale del 17 novembre 2024, che mostra la struttura tipica dei dati disponibili:
omicidi totali commessi
il numero di questi di cui sono presenti vittime di sesso femminile
omicidi totali commessi in ambito familiare/affettivo
il numero di questi di cui sono presenti vittime di sesso femminile
omicidi totali commessi, di cui da partner/ex partner
il numero di questi di cui sono presenti vittime di sesso femminile
Nei report settimanali, per le categorie soprastanti, sono riportati i valori totali degli anni precedenti, e poi (per l’anno corrente e per il precedente) il totale dal primo gennaio alla data di riferimento del report.
Non è presente anche la serie storica, ma soltanto l’ultimo report settimanale. E questa è una limitazione, per chi vuole leggere i dati in un intervallo di tempo personalizzato.
Questi dati settimanali sono disponibili con un’aggregazione a livello nazionale.
La serie di dati che abbiamo raccolto e reso disponibile ha due fonti:
il già citato Internet Archive, per i PDF pubblicati dal 2021 sino alla fine dell’estate 2023 (👏 a Internet Archive);
l’archiviazione dei report in formato CSV, che onData fa da quando i report hanno iniziato a essere pubblicati anche in questo formato.
Chiederemo al Servizio Analisi Criminale, di iniziare a pubblicare questi dati anche in forma di serie temporale e di rendere disponibile un’aggregazione geografica di maggior dettaglio nel rispetto della privacy.
🗣️ Il valore di questi dati
L’obiettivo di questa newsletter è fare venire in superficie non tanto una nuova tabella, quanto il valore che hanno i dati liberati.
Stavolta a raccontarcelo è Isabella Orfano, Women's Rights Expert per ActionAid Italia.
La violenza maschile contro le donne è una realtà quotidiana ampiamente diffusa e radicata: in Italia, una donna su tre ne ha avuto esperienza diretta. Considerando anche l’esposizione indiretta – ovvero conoscere altre donne della propria cerchia familiare, amicale, scolastica o lavorativa che l’hanno subita – il numero complessivo di coloro che hanno avuto contatti con questa forma di violenza cresce significativamente.
È quindi un fenomeno sociale strutturale di ampia portata e una questione politica prioritaria per chi governa e amministra l’Italia a livello nazionale e territoriale. O così dovrebbe essere. E non è vero, come invece ha sostenuto il governo, che i dati sono facilmente accessibili e consultabili. Vediamo perché.
Il report di ActionAid
Il 15 novembre ActionAid Italia, in collaborazione con gli istituti di ricerca Osservatorio di Pavia e B2Research, ha lanciato il report Oltre le parole. Narrazione politica e percezione pubblica sulla violenza maschile contro le donne. Si tratta di uno studio che analizza quanto e come rappresentanti del Governo, del Parlamento, Presidenti di Regione e delle Province autonome di Trento e Bolzano, e ancora i Sindaci di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Bari, Catania e la sindaca di Firenze hanno parlato di violenza su Facebook e Instagram dal 1° agosto 2023 al 31 luglio 2024, evidenziando le tipologie su cui si sono maggiormente soffermati, le azioni di prevenzione, protezione e contrasto che hanno proposto, e se queste sono allineate al Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne in corso e alle esperienze e alle opinioni della società italiana raccolte attraverso un’indagine demoscopica.
Nei dodici mesi presi in esame, segnati da gravi episodi di cronaca – tra cui lo stupro di gruppo avvenuto a Palermo e numerosi femminicidi, come quello di Giulia Cecchettin –, il panorama politico nazionale ha rilasciato dichiarazioni accorate sull'urgenza di "cambiare le cose" e di avviare una "rivoluzione culturale". Parallelamente, le italiane e gli italiani hanno chiesto con forza interventi tempestivi e incisivi per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne.
L'analisi dei messaggi social ha evidenziato che il livello di competenza della classe politica italiana sui temi della violenza maschile contro le donne è, nella maggior parte dei casi, limitato, con un grado di approfondimento generalmente medio-basso. Inoltre, è emersa una conoscenza insufficiente dei dati relativi al fenomeno, accompagnata da una scarsa capacità di interpretare correttamente le statistiche sui femminicidi.
Perché i dati non sono accessibili
La questione dei dati rappresenta un problema cruciale, poiché una comprensione adeguata di un fenomeno richiede evidenze solide e conoscenze accessibili. Solo così è possibile condurre analisi competenti e sviluppare norme e politiche in grado di rispondere ai bisogni identificati. Tuttavia, questo processo conoscitivo è attualmente ostacolato dalla decisione del Ministero dell’Interno di non rendere disponibili online tutti i report di monitoraggio che produce settimanalmente. Infatti, il Ministero carica ogni sette giorni sul proprio sito un nuovo report contenente dati aggregati relativi al periodo compreso tra il 1° gennaio dell’anno in corso e la data di pubblicazione, rimuovendo contestualmente il report precedente.
Questa prassi rende estremamente difficile analizzare i dati relativi agli "omicidi volontari consumati in Italia", incluse le specifiche sul genere delle vittime, il contesto in cui sono stati commessi e la relazione tra l’autore del reato e la vittima, per periodi specifici di interesse. In altre parole, il dato ufficiale sui femminicidi in Italia risulta difficile da utilizzare e comunicare in modo accurato, a causa di una scelta ministeriale che appare poco comprensibile. È possibile accedere solo al dato aggregato relativo al periodo stabilito dal Ministero, mentre è negata la possibilità di consultare dati disaggregati. Questo limita la capacità di comprendere tendenze a breve termine, individuare eventuali picchi di violenza o valutare l’efficacia delle politiche pubbliche.
Per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne è indispensabile promuovere informazione e consapevolezza. Chi ricopre ruoli istituzionali è responsabile di comunicare correttamente il fenomeno, evidenziando le cause e conseguenze, con l’obiettivo di contribuire a formare un’opinione pubblica consapevole.
Rendere disponibili a tutti e tutte i dati sui femminicidi è una parte integrante ed imprescindibile di questa responsabilità ed è necessaria per costruire una narrazione consapevole ed ancorata alla realtà.
Chi siamo
"Liberiamoli tutti" di datiBeneComune è promossa da ActionAid Italia, OnData e Transparency International Italia.
#DatiBeneComune è una campagna lanciata il 9 novembre 2020 per chiedere al Governo italiano di pubblicare in formato aperto e accessibile i dati sulla gestione della pandemia di COVID-19. La campagna è stata accolta sin dall’inizio con entusiasmo da parte di esperti, organizzazioni, testate giornalistiche, che hanno aderito immediatamente all’iniziativa. Oggi la campagna è impegnata della richiesta di dati aperti sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e su tutte le politiche e questioni di pubblico interesse.
Con “Liberiamoli tutti” vogliamo fare un altro passo per costruire una comunità di persone, organizzazioni e altre realtà attorno ai dati liberati ed al loro utilizzo e per contribuire a promuovere la cultura dei dati aperti.